L’analisi stratigrafica verticale è uno strumento conoscitivo nato nell’ambito della disciplina dell’archeologia dell’architettura. Si basa sull’osservazione diretta e analitica degli edifici finalizzata alla lettura e alla interpretazione delle relazioni esistenti tra le varie fasi costruttive di un manufatto edilizio.

La considerazione di partenza è che i manufatti edilizi subiscano, con il trascorrere del tempo, numerose modifiche, dovute sia alle attività antropiche, sia a quelle naturali; con l’analisi stratigrafica si vogliono riconoscere e classificare queste modifiche.

Il primo passo consiste nell’identificazione delle unità stratigrafiche murarie, ovvero zone omogenee per tecnica e/o materiali, frutto di un’unica azione costruttiva; poi si procede all’analisi delle interfacce (contatti fisici) esistenti fra unità stratigrafiche vicine; in questo modo si possono individuare i rapporti di cronologia relativa che legano le varie azioni costruttive: ogni unità potrà essere contemporanea, anteriore o posteriore a quella vicina. I rapporti stratigrafici possono essere indicati su una rappresentazione grafica, mediante appositi simboli.

L’analisi stratigrafica verticale permette quindi di stabilire una sequenza cronologica relativa tra le  parti; altri sono gli strumenti che permettono di fornire indicazioni di tipo assoluto e quindi attribuire ad uno specifico periodo storico le varie fasi di un manufatto edilizio.